VIAREGGIO. Ma davvero giova alla città di Viareggio, in un momento così delicato, la diatriba a distanza tra l’ex presidente della Fondazione Carnevale Stefano Pasquinucci e l’attuale commissario straordinario Stefano Pozzoli sui bilanci di Palazzo delle Muse? Se lo domanda anche Pasquinucci stesso, sia durante che dopo la conferenza stampa convocata al Cro Darsene.
“Ne avremmo fatto a meno”, è la prima considerazione dell’ex presidente, attorniato dai vecchi consiglieri Enrico D’Alessandro, Cristiana Gemignani, Gualtiero Lami e Lorenzo Mazza. “Però ci siamo ritrovati coinvolti da riflessioni e anticipazioni di un risultato che ci riguarda da vicino come la chiusura del bilancio 2014, avvenuta dopo le nostre dimissioni. Ci tengo a precisare che noi non siamo una ‘Fondazione Carnevale ombra’: semplicemente, abbiamo avuto un ruolo con cui ci siamo messi in discussione a costo zero e con pregi e difetti, ma anche con tanta passione e voglia di valorizzare il Carnevale. E siamo stati tirati in ballo”.
Pasquinucci cerca di mettersi subito al riparo da eventuali accuse di personalismi (“Parlare di Carnevale non è parlare del Carnevale mio o di altri ex presidenti come Santini e Tofanelli: il Carnevale è della città. Nessuno può arrogarsi il privilegio o il diritto di essere il Carnevale”) così come da altri tentativi più o meno fondati di strumentalizzazione (“Il mio non è un attacco politico e non so nemmeno perché sia divampata questa polemica inopportuna: era meglio aspettare ancora qualche giorno e arrivare sereni all’ultimo corso mascherato. In questi giorni ho registrato atteggiamenti inaccettabili fino ad alcune velate minacce in privato. Si è creato un clima davvero brutto”).
E il futuro del Carnevale? “Deve essere completamente rivisitato, questi bilanci sono diventati insostenibili: c’è la necessità di un progetto triennale e avevamo già verificato la disponibilità di aziende internazionali. Il Carnevale non è solo nel numero di spettatori che assiste alle sfilate: dovrebbe far leva su altri valori. La manifestazione ha grandi potenzialità, ma non può limitarsi ai carri con il vuoto intorno: non si può andare avanti soltanto con quattro-cinque sfilate e nient’altro”.
